Larry a Spilimbergo, 18.05.2014, WC

On 16 Luglio 2014, in Orienteering, by Larry

Una sprint in centro storico in Friuli: è la mia gara!
E siccome è mia, ne faccio quello che voglio. Infatti, la butto via.

Ok, l’orienteering non è esattamente il mio campo, non ci stupiremo per una cattiva prestazione atletica e mentale – questo no -, ma perfino io avevo chance di fare meglio di così su una gara del genere.
Se volete, potete ascoltare il racconto di questa gara su Larrycette.com.

Orienteering-Spilimbergo-carta-2014

Avevo corso a Spilimbergo agli albori della mia esperienza orientistica, quando guardavo con tenera benevolenza a questi branchi di smandrappati che si rincorrevano indemoniati per boschi e per città, pensando lieta che io non lo avrei mai fatto per davvero, che lo facevo adesso – con la giacca e le scarpe da passeggio, in questa promozionale serale natalizia – per non stare in macchina al freddo e al buio e per dare un po’ di soddisfazione a Zzi.

Non mi ricordo niente di quella mia prima – e per ora unica, ma temo che non lo resterà – “Lanterne di Natale”, tranne il bar della piazza, concessionario Lindor.
All’epoca (2006? 2007?) le famose palle di grasso svizzero al profumo di cioccolato non erano ancora diventate così mainstream, ed io – che so perfettamente come si mangi sano, solo che non lo voglio fare – ero rimasta molto colpita dalle ceste ricolme di questi dolciumi, nei gusti più disparati, fra cui l’assurdo “champagne” con la carta color crema.

Mentre sono lì che cerco di ricordarmi quali fossero gli altri gusti di Lindor visti per la prima volta in quell’occasione – sicuramente gianduja, nella carta verde, sono sicura perché non lo fanno più… poi stracciatella fasciato di azzurro e cos’altro?… ah, Dio, sì, quello alla cannella, che pacco, una vera schifezza (perché ovviamente li avevo comprati e mangiati) – la nostra Riccioluta Ricercatrice (non la chiamavo così, ma non pretenderete che mi ricordi tutte le cazzate che dico, no?) mi fa notare che si avvicina l’ora della nostra partenza.

Orienteering-Spilimbergo-partenza

[Questa foto è di proprietà di Interattiva S.N.C, uno studio di grafica e comunicazione di Spilimbergo, che me ne ha gentilmente – e molto tempestivamente –  concesso l’uso]

Lo start è nel giardinetto davanti al bel palazzo del municipio, dal cui cortile si godeva di una splendida vista sul Friuli, le Alpi e un passaggio strategico fra le lanterne (scoprirò poi) otto e nove.
Al cancello saltano il mio minuto (era un segno!), così si verifica l’assurda situazione in cui io – io! Io, che di solito imploro di essere risparmiata – devo chiedere espressamente di essere fatta partire.

La prima cosa che vedo sulla carta non è il triangolo – non sia mai! – bensì la scritta “Spilimbergo, capitale del mosaico”.
Io pensavo che la capitale del mosaico potesse essere Ravenna, al limite Aquileia… Spilimbergo non l’avrei detta mai, neanche con cento tentativi (invece c’è la scuola, bestia!).
Vedi che non è tutto tempo perso? Vedi che si impara anche qualcosa, facendo orienteering?

Orienteering-Spilimbergo-carta-2014-WC-01

Orienteering?
Uh, merda, l’orienteering, il triangolo… oh eccolo, andiamo!

 

Siccome è una gara di centro storico e Spilimbergo è una cittadina deliziosa, ma non è né Venezia né Genova, non incontro grosse difficoltà, almeno, non sulle prime lanterne.
Conscia di uno stato di forma a metà fra lo stracchino e il protozoo, non ho fatto cazzate e mi sono iscritta nella mia categoria – i cessi – così è andato tutto bene fino alla quarta lanterna.

Già l’uscita dalla quarta è stata… come dire?… sporca, ecco, per non definirla “penosa”.

Mi barcameno fino alla sesta, presso la quale mi fermo a dare delucidazioni non richieste a una bimba, che probabilmente non ne aveva alcuna necessità, ma io dovevo dare una sciacquatina al mio orikarma, così ho fatto una buona azione a caso con lo scopo di attirare su di me il favore divino.
L’orikarma non esiste, ma, se esiste, non lo freghi così facilmente, infatti un attimo dopo mi ubriaco girando gli angoli per andare alla sette, tanto da decidere subito di venirne, poi, fuori a ritroso, scartando la scelta giusta – che pur vedo – per timore di confondermi e finire chissà dove.
“Chissà dove” che so solo io, perché non ci sono altre strade e la cosa peggiore che mi sarebbe potuta succedere sarebbe stata quella di stare sulla strada giusta…

Spilimbergo-orienteering-carta-2014-02

Memore del “punto spettacolo”, dalla sette alla otto vado a vista e, dopo la otto, imbocco le scalette antistanti, anche se non si legge un cazzo in carta, sulla base del fatto che l’ho visto fare a tutti.
Giunta al livello inferiore, accanto ai campi sportivi, non ho un alito di fiato in corpo, e avanzo lentissimissima verso il bordo verde nel quale ho tutte le intenzioni di buttarmi urlando “Geronimo”, per risparmiare terreno.

Sopraggiunge la Riccioluta Ricercatrice, partita eoni dopo di me, e imbocca un comodo sentiero, dal quale – pietosa – mi chiama. Facciamo insieme le lanterne successive senza neanche volerlo troppo, ma, dato che non ho chance di staccarla, la possibilità di tenerla d’occhio mi rassicura, come mi rassicuravano le soluzioni degli esercizi in fondo al libro di matematica: non le copiavo, ma le controllavo subito, così sapevo se stavo andando bene o no. Di solito, in  matematica non andavo tanto bene.

Anche qui, non appena mi ritrovo con più di venti fili d’erba intorno, mi incasino.

Non sono in grado di contare i sentieri e vado a cercare l’undicesima lanterna in tanta mona.
Dev’esserci un errore di stampa nel libro, perché anche la Riccioluta Ricercatrice viene con me.
Torniamo all’incrocio di sentieri, li guardiamo, li contiamo, finiamo di nuovo dove la lanterna non è.

Poi, trovo il foglietto degli errata corrige: vedo la violinista vermiglia (hanno una violinista anche loro, sì…) infilarsi nelle frasche, e capisco che il sentiero giusto – di cui avevo come al solito perso la traccia – fa una curva molto più stretta di quello che mi stavo immaginando.
Vado a controllare, trovo la lanterna, chiamo la Riccioluta Ricercatrice e poi – come i bambini – cerco un patetico recupero sulle ultime lanterne, facendo “a chi arriva prima”.

Lei è un po’ zoppetta e cammina piano, io tiro lo sprintone à la Geometra-non-più-Giallo e riesco ad arrivare prima di lei. Allarmo tutti gli astanti perché sembro una che ci sta lasciando le penne, ma arrivo prima di lei.
… solo di lei, però.


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