Orienteering-Komenda-2013-WB-8-9
Lanterna 9

Ho una mezza idea di ritirarmi, ma sono in mezzo al bosco e devo comunque tornare.
Proseguo, ma lo scazzo ha la meglio e decido di andare il più possibile per sentieri, prendo il più vicino che trovo e corro, così sono la più veloce della mia categoria a coprire la tratta.
Prendere nota: fare sempre la scelta che mi sembra meno opportuna, con il mio livello di competenza risulta, tipicamente, la più corretta.

 

 

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Orienteering-Komenda-2013-WB-7-8
Lanterna 8

Mi allontano a vanvera e salgo dal punto meno opportuno, con l’intento di seguire una curva di livello (esatto, quella cosa che poco fa ho detto che non sono neppure in grado di vedere, sì). Non ci riesco, e rischio l’osso del collo come mai in vita mia, ma meno di quello che rischierò nel giro di due lanterne, e in qualche modo metto nel mio bel pirulino dell’anteguerra anche l’ottavo punto, impiegandoci soltanto il tempo necessario a fare la rigojanci.

 

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Orienteering-Komenda-2013-WB-6-7

Lanterna 7

Ora che so dove sono, posso andare alla sette che è in salita (evviva), al di là della foresta di Hansel e Gretel (merda).
Orifiga finché vado su, orisega appena devo andare giù. Arrivo anche troppo a ovest rispetto al punto, ma c’è una ragazza coi riccioli che ci sta andando e che funge da freccia al neon accesa sul punto. Meno male perché i villici che guardano passare gli orientisti tenendo acceso il motore del trattore non favoriscono l’uso dell’audioguida.

Scendo al prato per andare alla otto da sud-sudest (orifiga), poi decido che non è una buona idea (orisega, era buonissima, invece) e torno indietro.

E mi appare lui, lo splendido principe consorte della Regina della Bussola, che non seduco solo perché ci sono i villici che ci guardano; mi chiede se io sappia dove sono, in tutta risposta gli faccio la mia famosa faccia da “sto facendo una scelta astutissima” e gli dico che, ahimé, ho scoperto dove devo andare. Il fatto che lo abbia effettivamente scoperto solo molto dopo essere uscita dal punto precedente la dice lunga sulla mia preparazione.
Mi diparto a malincuore da lui, il quale, se ha visto dove mi sono andata ad infognare, ha pensato che non mi avrebbe rivista mai più.
Sia detto che avevamo lo stesso percorso, quindi una sana di mente avrebbe dovuto seguirlo. Un uomo così, una sana di mente lo seguirebbe in capo al mondo, ne convengo, ma già seguirlo fino alla lanterna successiva sarebbe stata una buona idea.

 

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Orienteering-Komenda-2013-WB-5-6

Lanterna 6

La breve parte in salita finisce subito, la lunga discesa è una tragedia in più atti, all’inizio della quale do all’asfalto un bacio d’addio e riparto eroica, consapevole, come Ettore alle porte Scee, di trovare la morte. Mi rendo conto ora che si poteva procedere su sentiero, facendo prima, ma l’importante è che trovo il sentiero che volevo a sud della strada asfaltata, potendo, così, procedere – sempre con cautela – su un fondo meno ostile.

Quando sbuco sul prato e mi ritrovo sul ponticello, scopro che non era il sentiero che volevo, ma fa niente: vado a bussola da dove mi trovo e salgo alla sei piena di letizia, contenta di sapere dove sono. Arrivo in zona punto e non trovo un cazzo, perché in realtà non sono affatto in zona punto, ma l’audioguida mi dice di dirigermi verso il rumore di frasche spostate. Toh, una lanterna! Con questo approccio e la scelta di percorso in uscita dalla cinque, è mio anche il titolo di orisega dell’anno.

 Continua

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Orienteering-Komenda-2013-WB-4-5

Lanterna 5
Superbamente ringalluzzita dalla performance dei miei lobi frontali, inizio a fare un minimo di orientamento, e arrivo benissimo sulla cinque, talmente bene che per un po’ non la vedo perché ce l’ho letteralmente sotto i piedi. Perdo cinque minuti per punzonarla senza finire nel baratro in cui l’hanno messa e riparto con rinnovato entusiasmo verso la sei, per la quale, strano a dirsi, ho addirittura un piano: scollinare.

Continua

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