Omisalj 22.07.2014

On 23 Settembre 2014, in Orienteering, by admin
Da Croazia

Bellissima gita a Krk per la sprint del Croatia Open, che si è svolta solo due giorni la conclusione della Cerkno Cup.

Gara velocissima, peccato per la discesa, dove scivolavo da fermo.

Molto divertente nonostante il tempo infame.

 

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Potevamo esimerci?
Belin se potevamo, anzi: avremmo dovuto!

Invece no, l’indefesso Zzi mi estorce ancora una volta il consenso a remenarmi nel boschi dell’ex Jugoslavia e io sono troppo stremata per negarglielo, così alla fine di un torrido luglio partiamo alla volta della ridente località di Pod Mrkovcem, un buco di culo nell’entroterra di Fiume.

Approfitto per fare una precisazione sui toponimi dell’ex-Jugoslavia che fu italiana. Rijeka la chiamo Fiume, Koper la chiamo Capodistria, Poreč la chiamo Parenzo e via dicendo, non per nostalgia o perché non riconosco la più recente identità delle popolazioni della zona, bensì semplicemente perché, se c’è un nome italiano, lo uso, allo stesso modo in cui Sterzing è Vipiteno, con tutto il rispetto per l’identità altoatesina: rispetto allo stesso modo Inglesi, Belgi e Tedeschi, ma non per questo mi sogno di chiamarle London, Antwerpen o Nürnberg.
Regensburg, in effetti, fa eccezione: Ratisbona proprio non mi viene.

Viaggiamo in piacevole compagnia del Celere Capellone, che ha acconsentito ad andare con la nostra auto, anche se per lui è un po’ scomoda. Lo apprezzo molto, perché la sua macchina, che in effetti è comodissima, ciuccia come la Minetti e come una baldracca profuma, ma una baldracca alla vaniglia.
Siccome io sono di quelli che sboccano in tre curve, è preferibile che l’automobile sia inodore.

La giornata è limpida e soleggiata, pure troppo.
Per ripararmi dal sole, praticamente mi infratto nella boscaglia come le truppe cespugliate, terrorizzata come sono dal restare per sempre a macchie per via degli antibiotici che sto ancora prendendo.
La lunga terapia di antibiotici cui mi sto sottoponendo è la Scusa per la puttanate di questa gara.

Essa, infatti, ha avuto luogo il sabato successivo al lunedì dell’apicectomia, e verso nell’eccellente stato di forma di quella che non si è tolta il ghiaccio dalla faccia per 48 ore, ha assunto la dose massima di antidolorifico consentita, è al quattordicesimo giorno di antibiotici e non è uscita di casa per quattro giorni; ma che, in compenso, da quando è potuta uscire di casa ha scoperto un’interessante connessione fra la mascella della semiarcata destra e il piede del medesimo lato del corpo, perché ogni volta che lo appoggia a terra genera una scossa elettrica che scarica proprio nel dente operato.

Dopo aver scartato l’idea di fare la gara in monopattino, in modo da non appoggiare mai a terra il piede destro, parto con l’intenzione di andare molto piano, limitarmi a camminare, consapevole di non avere alcuna chance di terminare la gara.
Vale a dire, con lo stesso atteggiamento che avrei avuto se fossi stata bene.

Dal punto di vista tecnico, ho avuto solo due problemi, in questa gara: azimut imprecisi con la bussola e incapacità di leggere la carta. Non fossero gli unici requisiti necessari a trovare le lanterne, non sarei andata tanto male.
Ho avuto cura di commettere questi errori su tutte le tratte, per essere sicura di non fare le cose a metà.

Dal punto di vista atletico, ho fatto una fatica boia a stare in piedi, perché sono inciampata in qualsiasi cosa fosse sul terreno. Il bosco bianco aveva un fondo coperto d’erba alta e ingarbugliata, l’erba dei prati gialli mi arrivava alle ascelle, dei verdi – pochi, invero – neanche farei menzione.

Restano i sentieri: i numerosi, rassicuranti sentieri.
Rassicuranti una sega: in parte erano ridotti a paludi, in parte erano ostruiti da alberi caduti, cataste di sterpaglie e/o una materia scura simile a fango, che dall’odore e dalla quantità di mosche poteva solo essere merda. Per la restante parte – la maggiore – erano lastricati di rami spezzati, che rullavano sotto le suole come i legni per l’alaggio.

Se dico di aver fatto cinque passi di seguito senza incespicare, è perché arrotondo per eccesso.

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Malo Selo 23.07.2013

On 2 Agosto 2013, in Orienteering, by admin
Da Croazia

Primo giorno del Croatia Open 2013.

Posto molto bello ma bosco al limite del percorribile, persino la maggior parte dei sentieri erano in condizioni pietose.

Al solito un paio di errori, anche se non disastrosi, riesco a farli.

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