Da Friuli Venezia Giulia
*Versione Tsitalia* Tanta tanta pioggia. Praticamente una gara di nuoto alla cieca. Condividi il Tweet

Versione Larry

E, del resto, cosa ti vuoi aspettare da una gara che celebra l’anniversario di una strage?

 

La gara promozionale di orienteering che si è svolta a Basovizza il 14 febbraio scorso coglieva il pretesto di San Valentino per introdurre una formula divertente: gli atleti potevano dichiarare di far parte di una coppia – reale o creata per l’occasione, senza distinzione di età, sesso, etnia e religione, perché l’orienteering ha almeno di buono che non nega a nessuno il diritto di sfrantumarsi i coglioni – e concorrere anche in una classifica ad hoc.

 

Come nella vita, decido di negare a Zzi ogni possibilità di soddisfazione, e mi accollo

 

Prendo 40 minuti dalla prima, che praticamente faceva la gara due volte nel tempo in cui io l’ho portata a termine.

Prendo “solo” dieci minuti da Zzi, dal che si evince che la sua gara non è andata tanto bene.

Prendo anche una bulaccata d’acqua e un ramo in una coscia che a momenti mi recide l’arteria femorale… momenti lunghi, nel senso che quando mi son tolta le braghe avevo una lieve escoriazione in prossimità di un piccolo ematoma, ma pur sempre momenti.

 

L’orienteering di San Valentino a Basovizza è stata anche l’occasione per confrontarci sullo stesso percorso (nell’immagine, Zzi è quello con la traccia azzurra) e per fare della vera analisi tecnica della gara.

Ecco le considerazioni che tutti gli appassionati di orienteering aspettavano

 

Dopo aver spiegata per tutto il viaggio in macchina alla Mia Amica che Parla Come Remo che la bussola va tenuta parallela al terreno, altrimenti l’ago si blocca (specie se ce l’hai che punta verso il cielo come lo shuttle, come il mio), parto con la bussola pazzescamente parallela al terreno e faccio i primi due punti bene come Zzi.

… circospetta come un assassino, ma bene come Zzi.

 

Poi mi faccio prendere dall’invexendo di aver capito che il passaggio del Sincrotrone è un tranello e che bisogna fare il giro da fuori, e faccio il giro da fuori dal lato sbagliato; ma non me ne avvedo fino alla stesura di queste righe, e procedo arrogante come una vecchia in fila al supermercato.

Per la quarta lanterna, difendo la mia scelta lunga che consentiva di passare dove si stava in piedi, giacché nel verdino sassoso non avrei avuto la minima chance.

Zzi è un figo e ci passa, però vorrei che fosse messo a verbale che quello che si fa il taping alle caviglie è lui, perché la fessa, qui, le ha ancora entrambe attaccate alle tibie.

 

Sono l’unica che si accorge che il muretto prima della sei non è valicabile – perché so leggere le cartine, io, conosco la simbologia, io – e faccio quella svisa che dal tracciato sembra un errore, invece è dettata da grandissima competenza.

 

Tra la sei e la sette, Zzi fa una larrata pazzesca – perché pioveva, aveva le gocce sugli occhiali, sulla carta e le lenti appannate – e finisce a remengo, mentre io mi affanno sicura sulla mia rotta.

 

Mi affanno troppo, vado lunga, mi imbelino nella prima dolina che vedo e manco mi meraviglio che non ci sia la lanterna; non paga, esco tanto male dalla vera sette – perché ormai ho smesso di seguire il mio consiglio e tengo la bussola talmente verticale che sembro Sherlock Holmes che guarda attraverso la lente di ingrandimento.

 

Alla nove, mi accorgo della fantastica trovata dell’organizzazione: mescolare i codici delle lanterne per confondere gli esordienti.

Del resto, è una promozionale, serve ad avvicinare la gente allo sport, cosa meglio di un po’ di mistero nella descrizione punti per aggiungere divertimento e dare subito l’impressione di un ambiente familiare e rilassato?

A me non viene neanche in mente di guardare la descrizione in carta (che ovviamente era giusta, solo i foglietti erano sbagliati, cosa evidente da subito a chi avesse avuto l’accortezza di contare le lanterne del percorso).

A me viene in mente di controllare se la carta è della categoria giusta – lo è.
… Controllare se la descrizione al polso è corrispondente alla categoria – lo è.
… Ripensare se sono stata in posti descrivibili con i disegni al centro dei cerchietti – ci sono stata (come sempre, del resto).

Ehi, mi dico, forse ho preso l’unica carta sbagliata del mazzo, forse sono come lo Speaker: la sfiga scorre potente in me.

 

Tutta contenta (?) proseguo sul mio percorso, senza dimenticare di omaggiare l’altro mio mentore dell’orienteering (poi si capisce perché lo faccio alla cazzo di cane, c’ho gli idoli sbagliati) andando a leggere il codice di una lanterna che palesemente non poteva essere la mia, in una gara in cui i codici non contano più, pur avendo saputo benissimo dove mi trovassi.

 

Nel frattempo, Zzi sta valutando di rientrare col cane guida.

 

Anche uscendo dalla 13 mi giro male, ma nel complesso le lanterne successive non mi danno grossi problemi.
Il terreno, in compenso, è fra i più ostili incontrati al di fuori del Friuli.

 

Nei pressi della 18 c’è una specie di casa della famiglia Addams che voglio tornare a vedere… ma forse no…

 

Tra la 19 e la 20 Zzi bagola di brutto nel verde-quindici, da dove io sono venuta fuori a culo, non capacitandomi tuttora di essere piombata sulla traccia di sentiero che mi serviva.

Secondo me, là la vegetazione ha impedito l’aggiornamento puntuale della carta, perché se la disegnavo io veniva uguale.

Il trucco è prendere una direzione a casaccio e sperare di riconoscere dove ci si trova una volta usciti dai sargassi… tanto sei a Basovizza, mal che vada finisci in caseificio.

 

Nonostante la pioggia, gli indumenti e i capelli fradici, e il prato gonfio d’acqua e fangoso, tiro lo sprintone finale e copro l’ultima tratta in un secondo meno di Zzi.

 

… del resto, io sono sempre stata molto più forte di lui nel nuoto.

 

 

1 Response » to “San Valentino di orienteering – Basovizza (Trieste) 14.02.2016”

  1. rusky ha detto:

    Beh, devo ammettere che sei migliorata molto…. magari avrai gli idoli sbagliati ma ho visto molto peggio.

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