VeNotte 2016

On 18 Gennaio 2016, in Orienteering, by Larry

orienteering-venezia-2016

Venezia è come Natale: è più l’attesa dell’evento che l’evento stesso, e poi, quando arriva, finisce subito e ti lascia con la sensazione di essere stato parte di qualcosa che doveva essere molto bello e che poteva renderti felice ma tu – o perché sei ateo o perché con l’orienteering c’hai litigato da piccolo – sei troppo inadeguato per goderne.
E alla fine c’hai pure un senso vago di contentezza, non perché tu sia soddisfatto di come hai trascorso l’evento, né perché sia finito, anzi, ma solo perché hai preso parte alla festa che – ammettiamolo – tutto sommato non è niente male.

Da atea, dicevo, ho sempre pensato che l’orienteering sia una specie di punizione divina, come le mestruazioni (eh, Infallibile, di’ un po’, c’era davvero bisogno di diventare isteriche e sporcare ovunque una volta al mese?), l’anguria e il castagnaccio.
Le gare a Venezia sono il modo che Dio ha trovato per renderci il supplizio più tollerabile, come la vodka per l’anguria e… e… no, niente, per rendere tollerabile il castagnaccio, neanche Dio ha trovato niente.

 

Con la gara di Venezia notturna di sabato 16 gennaio 2016, per quanto mi riguarda, per quest’anno Dio s’è fatto perdonare l’orienteering, la corsa in generale e la maratona e due mezze in particolare, il primo giro in bicicletta (quello che ti brasa l’inguine, per capirci) e ben tre domeniche al mare; forse anche l’imminente giornata di team-building sulla neve, ma non so, mi riservo di fare un bilancio a posteriori.

 

Mi sono divertita alla Venezia notturna 2016?
Belin, sì, un casino.
Son stata brava? L’ho corsa bene? L’ho corsa male, ma ho letto bene la carta o ho letto male la carta, ma almeno ho corso forte?
Belin, no, come vi vengono in mente eventualità simili?

 

Orienteering-2016-Venezia

 

Ho sbagliato subito la scelta per la tratta lunga (punto 3, perché la titubanza sul punto uno non conta, non avevo praticamente guardato la carta), ma per fortuna me ne sono accorta solo al ristorante, quindi ho fatto la mia gara felice e spensierata.

 

Vado talmente felice e spensierata che alla 14 – dopo una serie di cazzate di cui ancora non ho preso atto, ma che sono certa di aver fatto – mi dico “Belin, che bene che stiamo andando, Larry, cos’hai mangiato? Panini di volpe? Non ci siamo perse neanche una volta”.
E mentre mi congratulo con me stessa, mi perdo e vago nel nulla cosmico come un’astronauta alla deriva, mentre accanto a me sfrecciano meteoriti luminosi… o orientisti con la frontale, non so…
Prevedibile.
Faccio qualcosa di imprevedibile: leggo la carta, mi ricolloco e riparto.
Ho perso quelle sei ore, ma non importa, riparto.

 

Venezia-2016-orienteering

 

Sono circa a due terzi di gara, ma io non lo so, perché non ho letto il comunicato gara né ho dato un’occhiata alla descrizione punti; faccio sempre così: mi voglio fare una sorpresa.
Non sto malaccio, forse sono un po’ ipervestita (ho dei pantaloni da corsa nuovi che tengono un caldo bestia, rispetto ai miei leggendari fuseaux da gara ormai di garza), ma la temperatura è fresca e l’aria tersa, e io non accuso neanche i consueti sintomi della morte imminente.
Certo, mi sta andando a fuoco la faccia, perché ho la sciarpetta-da-fighetta e un metro di trecce accrocchiate sul coppino, e mi si stanno staccando le mani dal gelo, perché sono senza guanti e ho circolazione bloccata dalla si-card e dalla bussola, ma facendo la media posso dire che sto bene.

 

Sto sbagliando poco e sto tenendo botta fisicamente.
Considerando che l’ultima cartina che ho visto è stata a settembre e che l’ultima volta che ho corso era ottobre, sto facendo il mio dovere.

 

Venotte-2016

[Avevo anche i calzini di Pac-Man, che mi parevano appropriati all’evento, ma non si vedevano]

Ah, quando arrivo, mi merito proprio un premio!
Ci fumiamo il sigaro.
Ah, no, li ho lasciati a Trieste.
Allora andiamo a farci un Martini.
Ma no, che idea del cazzo, a Venezia, costerà un occhio della testa e sarà annacquato.
Va be’, birrozzo.
Il birrozzo, per gramo e mal spillato che sia, fa sempre pro (piacere). Se c’è una cosa su cui puoi sempre contare è la birra.

Devo ricordarmi di cercare in rete e comprarmi quella bella maglietta che ho visto una volta a un tipo, quella con scritto
                                                     I wish you were beer.

 

E qua la gara finisce e partono i Pink Floyd e non se ne vanno più fino a che non li scrosta Ligabue, materialmente suonato forte e chiaro da non so dove alla penultima lanterna, quando oramai le cazzate grosse le ho fatte.

Gli occhi guardano la carta, ma il cervello non elabora le immagini.
Tutte le idee che mi vengono sono sbagliate, solo che ho la sventura di accorgermene e cambiarle.
E pensare “Mai, mai cambiare idea in gara”, e ritornare sui miei passi.
E pensare “Ma oramai che l’hai cambiata e hai perso tempo, controlla che sia quella buona”, e fare un’altra scelta ancora.

E quanti cazzi, Larry, alzare il culo e andare, una volta tanto?
Macché, macché, non c’è più verso.
Mi remeno un sacco di volte negli stessi posti, tipo pesce rosso nell’acquario.

year after year

Running over the same old ground
what have we found?

 

 

Venotte-orienteering-2016

 

[Foto che non c’entra un belin, ma che mi pareva rendesse bene il carattere della coppia]

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1 Response » to “VeNotte 2016”

  1. The Speaker ha detto:

    Sono solo contento perché The Boss is back e non è Bruce 🙂

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