Complotto!

 

Siccome l’anno scorso, alla mia prima Lipica Open, avevo ottenuto lo straordinario risultato di classificarmi terza (su tre, ma son dettagli), il mio è diventato un nome scomodo alle gare di orienteering, e sono stata fatta fuori di proposito con questa terza tappa.

Come?
Ma con l’organizzazione di una gara su un terreno ostile-che-più-ostile-non-si-può.

 

Carta orienteering Hubelj, Lipica Open 2015 stage 2

 

Il terzo giorno di Lipica Open 2015, infatti, si corre sulla carta di Hubelj, che è il bosco che si sviluppa intorno all’omonimo fiume che bagna Ajdovščina.

Notate niente di anomalo? Ajdovščina.
Vediamo sulla carta della Slovenia dove si trova Ajdovščina e vediamo dove si trova Lipica:

 

 

Di che gare stiamo parlando?
Delle gare di Lipica Open.
Capito? “Lipica” (Open). Non “Ajdovščina orienteering meeting”.

Dalle parti diAjdovščina, di solito, si tengono le gare della ben più temibile OOCup.
E mi sono iscritta all’OOCup io? No, mi sono iscritta alla Lipica, perché intendevo far gare dalle parti di Lipica.

“Va be’, ma è sempre Slovenia, Lipica e Ajdovščina sono vicine, saranno sì e no 50 chilometri” – diranno subito i nostri Piccoli Lettori.

“Vicine” un paio di bussole: Lipica è in Carso, quel bell’altopiano a picco sul mare alle spalle di Trieste, bucherellato di doline come una forma groviera e decorato da una fitta rete di muretti a secco: due benedizioni, per chi fa orienteering; Ajdovščina (Aidussina, per i nostalgici) è nella valle del fiume Vipava (Vipacco), dietro al Carso: tutto un altro terreno, sostanzialmente pendente, privo di forme significative, un muretto manco a pagarlo, però – in compenso – abbondante di pietre indistinguibili… tipo l’Italia, insomma.

 

La gara

Io faccio una quarantina di minuti di errore sulla prima lanterna, andando a raccogliere stelle alpine sulla cima del Nanos, perché sbaglio l’azimut di “appena” una trentina di gradi in una zona in cui non c’è un punto di riferimento a cercarlo col lanternino (e credetemi: ne ho avuto di tempo per cercarlo), e finché non arrivo in quella specie di Stonehenge a bordo carta, il pensiero che mi sarei già dovuta imbattere nella lanterna manco mi sfiora.

Ora… resterebbe un centinaio abbondante di minuti di gara in cui fare sedici lanterne: non sarebbe impossibile.
Mi dico di non abbattermi e di andare alla due come se niente fosse, facciamo che fin qui era una prova e il gioco comincia adesso.

Nella mia testa ci sono un sacco di altre vocine, molte sarcastiche che sottolineano che il gioco è cominciato un’ora fa e che io non so giocare, quindi è inutile che vada a cercare la lanterna, tanto non la troverò.
Altre vocine, più apprensive, fanno considerazioni sulla pendenza del fianco del monte e sottolineano che se muovo più di un passo al minuto mi sfascerò la testa contro le rocce (“Quali rocce?” – “Le rocce!” – “Ah… allora, prudenza”).

Intanto, non sono ancora entrata in carta (come potevo?, stavo moderando un dibattito), e un’altra mezzora va via solo per trovare la quattro. Una WA portoghese, che fa su e giù nei paraggi con me, sostiene che il reticolo di sentieri, in questa zona, non sia fedelissimo, ma suppongo non sia un’attenuante.
E siamo a 80 minuti di gara.

Carta orienteering stage 3 Lipica Open 2015, Hubelj

Ho un po’ meno del tempo già trascorso per trovare altri tredici punti: praticamente ho davanti una gara intera e un’ora per farla.

Quelle che vincono finiscono una gara così in meno di un’ora, ma io non sono di quelle che vincono, io non sono neanche di quelle che vanno sul podio, se le altre non si auto-eliminano.
Divento improvvisamente brava in matematica e calcolo che ho mediamente cinque minuti a punto per finire entro il tempo massimo.

– Per fare una lanterna ogni cinque minuti, se il terreno spiana (e nella prossima parte di gara c’è scritto che spiana), non ci vuole Minna Kauppi; magari è tardi, ma possiamo farcela, se corriamo.
– Ma no… siamo realisti: io in cinque minuti, non arrivo neanche alla svedese.
– Va be’, ora non è che ci lasceremo distrarre da dettagli futili come la realtà, dove s’è mai visto?

Faccio le successive sette lanterne in tre quarti d’ora scarsi, che per me è un tempone.
È ancora troppo, ma è abbastanza vicino alla media teorica da tenere che, mentre le faccio, non mi rendo conto che sono comunque troppo lenta e mi illudo di potercela ancora fare.
Ho ventisette minuti per fare sei lanterne più il finish, ma io non lo so.

Noto che non ho un piano per fare la discesa più ripida del mondo in meno di cinque minuti e arrivando in fondo con la scatola cranica intatta: bisogna che risparmi tempo sulle lanterne e ne conservi per la discesa.

Calcolo tempi medi a lanterna che “manco Guergiou”, e convengo che sia meglio concentrarsi sulla navigazione.
Trovo dodici e tredici senza grossi problemi, ma con inspiegabile flemma.

Prendo il sentiero per la quattordici con l’intenzione di lasciarlo quando incrocia quello in salita e piombare sulla lanterna come un falco.

Nel frattempo mancano dieci minuti e quattro lanterne più il finish: né Guergiou né la Kauppi; forse Nigel Mansell… forse…

Carta Lipica Open 2015 orienteering: stage 3, Hubelj

In realtà, alla fine, ho avuto un sacco di tempo per percorrere la discesa, che ho approcciato dal lato meno ostile, perché la quattordicesima lanterna non l’ho mai trovata.
Ho mancato la linea d’arresto e ho camminato imperterrita nella direzione sbagliata in attesa di trovarla: tale e quale a due ore prima sul monte di fronte. Forse ‘sta cosa di piombare sulle lanterne come un falco porta un poco poco di nera…

Allo scoccare delle due ore e mezza di tempo massimo, la mia amica portoghese mi ha detto che ero molto più a nord di dove pensavo di essere, e me ne sono andata a scaricare con tutta la calma e la prudenza del caso (dando comunque una culata per terra).
Nel frattempo, erano già partiti i soccorsi.

La mia corsa al podio – per il quale altrimenti sarei stata sicuramente in lizza – finisce a Hubelj, in un bicchiere da mezzo di birra Bevog alla spina che non mi merito, ma che non mi faccio problemi a scolare, osservando ammirata Catherine Taylor che sferruzza.

 

 

Tagged with:
 

1 Response » to “Lipica Open 2015 stage 3: Larry a Hubelj”

  1. The Speaker ha detto:

    Larry che cita Minna Kauppi? E’ proprio vero che una grande scrittrice come te vede le autostrade dove gli altri orientisti vedono solo i sentieri!

Leave a Reply