Larry a Muggia

On 20 Dicembre 2014, in Orienteering, by Larry

Orienteering nel centro storico di Muggia per me vuol dire una cosa sola:

pressione alle stelle.

Muggia è la mia gara.

Non è che abbia con Muggia chissà che rapporto speciale, ma è l’ultima gara che mi sia rimasta da quando mi hanno fottuto il MOVVenezia notturna è stupenda, sì, ma sono una miope, praticamente smetto di vedere dopo il tramonto, devo tenermi cara Muggia, perché una gara di orienteering in un altro centro storico incasinato-ma-non-troppo, in-salita-ma-non-troppo filante-ma-non-troppo – a meno che io non fondi Larrypoli e mi faccia i tracciati da sola – non la troverò tanto facilmente.

Quest’anno, però, il percorso era piuttosto breve, il che è uno svantaggio, perché, ora che mi scaldo un po’, la gara è finita e sono arrivati tutti prima di me.

Inoltre, mi gioco la preziosa targhetta dei punti della benzina.

 

Un ambito trofeo in palio

Come ho spiegato altrove, la targhetta dei punti della benzina è un ambito trofeo orientistico che viene dato a chi, nella regione Friuli-Venezia Giulia, fa più punti in una data categoria, WC inclusa.

Solo la Fantastica Farmacista, alla vigilia – pardon, nell’orienteering si chiama vigiglia, sono io che non sono pratica della terminologia specifica del socioletto –  della gara aveva una manciata di punti meno di me e mi avrebbe tranquillamente superata in classifica generale, se avesse vinto.

 

Un’avversaria temibilissima

Ella, infatti, mi dà merda tutte le volte che vuole.
Solitamente parte dieci minuti dopo di me e mi prende alla due, dopo di che aspetta un po’ per controllare che io non abbia bisogno di aiuto e se ne va lemme lemme per la sua strada, lasciando dietro di sé mollichine di pane per guidarmi, che io non sono in grado di seguire.
La mia bellissima compagna di società, per mia fortuna, fa un lavoro importante a causa del quale riesce a prendere parte solo a poche gare, che comunque le sono sufficienti per insidiare il mio ridicolo primato.

Se vince, mi soffia anche la targhetta dei punti della benzina.
L’orientista più affascinante del mondo non manca di rammentarmelo ad ogni piè sospinto.

 

 

Muggia centro storico, 1° novembre 2014

La gara

Le persone di fede, in questo periodo dell’anno, visitano i cimiteri.
Io faccio di tutto per finirci, perché sbaglio lo sbagliabile e sono in costante affanno per recuperare.
Gestisco tutta la gara à la Darietto, che – per carità! – è il mio eroe e guai a chi me lo tocca (dopo l’Idolo di Gropada in cima al mondo), ma, fra i motivi per prenderlo a modello, la conduzione delle gare di orienteering non è proprio in cima alla lista, senza contare il fatto che io ho molto più talento di lui in materia di complicazione delle cose semplici, mentre la mia capacità di recuperare è talmente imparagonabile che si misura su un’altra scala.

Del resto, è un centro storico, è il mio terreno, c’è un po’ di salita, è il mio tipo di conformazione urbana, è una sprint, c’è poco da ragionare… è perfino vicino a casa, il che significa non giungere sul posto con la faccia verdognola e una forte nostalgia del Plasil, insomma: è la gara più comoda che mi possa capitare di disputare, se non mi metto di buzzo buono per sputtanare tutto, qua rischio di far bella figura.

Il risultato sarà in linea con le aspettative.

In uscita dalla uno faccio subito un centottanta, di conseguenza vado alla due al massimo della mia velocità, arrivandoci in debito di ossigeno e pressoché incapace di leggere la carta (che non è un esempio di fruibilità, ammettiamolo); è una fortuna, perché rallentando infilo bene la strada per la tre, poi per la quattro scendo alla cazzomannaggia e saluto i polmoni a metà della viuzza.

 

 

Cambio carta.
Le deluge.

 

Per miracolo vedo che il muro più vicino alla lanterna cinque è invalicabile, così passo da dentro, ma mi scontro con un raduno di Inglesine sul gradino e metto in scena un remake della Corazzata Potëmkin che mi mangia svariati secondi.
Siccome sono già in ritardo, non ho tempo di respingere gli assalti dell’angoscia, che si impadronisce di me quando il codice della lanterna numero sei non corrisponde.

È perché sono alla nove e ho la carta sottosopra, ma ci metto tanto a capirlo – ma proprio tanto – e alla vera sei arrivo strozzata e incazzata come una biscia, perché non è possibile che a quarant’anni faccia ‘ste minchiate.
Alla sette mi giro e vedo la Fantastica Farmacista che sta arrivando a punzonare. Partiva due minuti prima di me. L’ho presa. Non si sa bene quando e come, ma l’ho presa.
Entusiasmo.

Per la otto si deve proseguire e scendere dalla piazzetta con l’aiuola a triangolo, infilandosi nelle scalette che conducono alla chiesa.
Preda di inconfessabile euforia, a me sembra che non si passi, così torno indietro e attraverso di nuovo quel dedalo di caruggetti che ogni anno mi fotte; nel mentre penso “Questo dedalo di caruggetti ogni anno mi fotte” – sono una seguace del pensiero positivo – e di conseguenza vado pianissimo per non sbagliare.

La fiducia nelle mie capacità è tale che ho paura a voltare l’angolo dietro al quale dovrebbe esserci la lanterna, tanto sono convinta di non poter aver fatto tutta la strada giusta e di non poter essere davvero sul punto, ma il punto c’è e punzono tutta contenta.

Vedo Zzi.
Penso: “Che figo, cazzo! Come avrò fatto a sposarlo? Bah, meglio così”.
Poi vedo che arriva dalla parte opposta.
Penso delle cose che non si possono riferire, perché capisco che ho sbagliato scelta, e precipito nuovamente nell’abisso.
La Fantastica Farmacista non arriva: significa che ha fatto la scelta giusta e mi è nuovamente davanti.
Non mi resta che correre.

La strategia per la nove è chiara ed efficace: si scende fino alla strada perpendicolare – che ormai conosco e riconosco bene – poi si va a sinistra a tutta birra e si tira su prima dei sottoporteghi.

Non so cosa vada storto nel piano, ma per fortuna il tavolino di un bar in piene ovaie mi ferma quando sono “solo” a un terzo della piazza principale e torno indietro, maledicendomi in tutte le lingue conosciute perché – cazzo! – io alla nove ero pure già stata per sbaglio, sapevo perfettamente dove fosse.

Riesco ancora a sbagliare la dieci (“La dieci? Come cazzo hai fatto a sbagliare la dieci?” – diranno subito, pieni di ragione, i miei piccoli lettori).
Si vede che sono magneticamente attratta dalla piazza di Muggia, sulla quale esco inutilmente di nuovo.
Avendolo subito – ma sempre troppo tardi – capito, mi dirigo ad est, non prima di essermi infilata per un momento nella stradina cieca. A mia discolpa, limitatamente a questo episodio, vorrei dire che pure io non vedevo molto, però la Fantastica Farmacista che si dirigeva inesorabile alle ultime lanterne l’ho vista eccome.

E quindi, secondo voi, avendo fatto l’ennesima cazzata, a questo punto cosa faccio?
Braaavi, tento il suicidio per collasso cardio-respiratorio in avvicinamento alla dieci, e arrivo sul finish in planata, come quelli veri, che poi si ammucchiano sulla stazione e tirano giù il cavalletto.

Chi fosse passato di lì e avesse visto solo il mio arrivo avrebbe pensato che io fossi l’atleta di una nazionale e mi stessi giocando la qualificazione alla coppa del mondo.

La Fantastica Farmacista è già lì, splendida e terribile come Galadriel, la regina degli elfi.
Mi chiede il tempo, ne dichiara uno impossibile, più alto.

 

Cos’è veramente accaduto

Alla fine, anche Madame K – che è completamente fuori allenamento, sì, ma no la xè mona – ci ha messo qualche secondo più di me, tutte abbiamo portato a casa una medaglietta e una cornicetta dell’Ikea, e io ho messo in saccoccia la targhetta dei punti della benzina.

Come è possibile tutto ciò?
Per motivarmi a partecipare alle gare e a fare tante gite e trasferte insieme, durante le quali, orienteering a parte, ci divertiamo sempre tanto, la Fantastica Farmacista ha deciso di farmi vincere gara e targhetta ed è andata per vetrine anziché per lanterne.
A un certo punto, deve avere incontrato Madame K, e insieme sono andate a farsi un spritzeto in piazza.
Quando mi hanno vista affannarmi verso l’arrivo, hanno pagato il conto, hanno finito il giro del percorso per non avere PM e hanno tagliato il traguardo, con un tempo complessivo superiore al mio di meno di due minuti.

Son soddisfazioni.

 

 

 

 

 

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