Oh, che casino micidiale fu il prologo della Race the Castles.

La lanterna tre è al livello di sotto, ma io faccio avanti e indietro un po’ di volte, prima di capirlo; poi, quando lo capisco, valuto seriamente di calarmi dal ponte con una fune perché non vedo altro modo di scendere.

Da lì in poi è fiato sprecato fino allo otto, dove sembra che vada fuori carta perché… vado fuori carta.

Riesco ad andare fuori carta in un centro storico, e non è un errore dovuto alla troppa velocità, perché, per farlo, devo anche fermarmi ad aspettare il semaforo.

La lanterna otto, comunque, serve solo a bagnarsi le scarpe, così gli orientisti si sentono più a loro agio nel pantano.
Le successive vengono abbastanza bene (la 10 è stata punzonata, ma sono stata… ehm… troppo veloce per il GPS… ?), fino alla sequenza 15-16-17, della quale capisco la natura multilivello, ma di cui mi sono a lungo oscure le modalità di esecuzione.

 

Finisce tutto in gloria da Illegal Jack’s, dove si scaricano la Si-Card: l’unico cibo rimasto sono degli untissimi nachos al formaggio, ma scopro le birre Brew Dog, grazie alle quali il bilancio della giornata è sorprendentemente positivo.

Nel pacco-gara trovo del porridge istantaneo, alcuni dolciumi, che mi terranno in vita nei giorni successivi, e la t-shirt dell’evento, della quale mi fanno addirittura scegliere la taglia.
Io la prendo “aderente per motivarmi”, ora mi guardo e vedo un culatello con le Salomon.

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