Larry alla OO Cup

On 18 Novembre 2014, in Orienteering, by Larry

La Orienteering On-line Cup  2014 dura cinque giorni, ma me va di culo e ci limitiamo a farne due.

Se continua così, la Slovenia, a furia di allungare progressivamente le varie multi-days, le farà combaciare in pochi anni, ed entro il 2020 sarà realtà raggiunto l’incubo dei 365 giorni di orienteering.

La gara del secondo giorno si svolge sulla carta di

Kurji Vrh

2 agosto 2014

Kurji Vrh 02.08.2014 WB GPS-2

Vrh vuol dire “colle”, quindi io so già che trascorrerò la gara abbracciata a qualche albero osservando inorridita il precipizio sotto di me, mentre degli ultrasettantenni chiaramente affetti da osteoporosi scenderanno a punzonare con disinvoltura.

Il tracciatore non è poi così sadico e ci fa correre in una zona mediamente poco pendente e riccamente sentierata.

Io vado in merda alla uno, quando decido di fare la scelta da orientista e tagliare per il prato anziché seguire – come fanno tutti – il sentiero.
Dieci e lode per lo stile, ma meno parecchi milioni per l’idea, perché ci sono un punto coperto di fronde e un passaggio obbligato sui sassi scivolosi che mi fanno star là una decina di minuti buona, al termine della quale mi perdo in un bicchier d’acqua e mi ostino a voler tagliare per il bosco bianco seguendo la curva di livello, ma senza riuscire a farmi coraggio per camminare in costa.

Quando mi arrendo alla mia inadeguatezza e vado a prendere il sentiero che avrei dovuto prendere subito, la gara va molto meglio.

Quando la smetto di rimuginare su tutto il tempo buttato via e sull’aver vanificato la scelta tecnica con una pavida ritirata, va addirittura bene.

Prenderei a schiaffi la tipa che ha il mio stesso percorso, arriva alle lanterne dieci secondi prima di me, esce male, si aggiusta dopo che sono uscita anche io, procede spedita alla successiva – salvo poi far qualcosa che non capisco, perché alla lanterna dopo me la ritrovo di nuovo fra i piedi – ma in fondo non ho le prove del fatto che mi segua, e d’altro canto essere per una volta quella da seguire mi riempie di orgoglio; e poi, non ho forse fondato decine di podi sulle uscite precise di Madame K, prima, e della Fantastica Farmacista?

L’orienteering è un gioco fondato sulla statistica.

Tutto bene fino alla otto, a parte il cerbiatto che ha cercato di uccidermi sulla rotta per la cinque, dove il percorso lungo la corda si trasforma in tracciato WC, all’altezza del quale non sono, e non appena vedo un sasso e mezza curva di livello mi va di nuovo il cervello in saor.

Raggiungo la lanterna per il punto più pericoloso, sotto gli occhi attoniti di un’anziana coppia dall’aria anglosassone, che procede disinvolta sull’agevole traccia poco distante da dove sto cercando di disarticolarmi un ginocchio.

Esco dal punto e comincia a piovere.
Esco dal bosco e c’è una palude di fango.
Per scansarla finisco nelle ortiche, perché, dopo quasi dieci anni di orienteering in Friuli, ancora non riconosco le ortiche e non ho imparato che vivono nell’umido.
Istintivamente mi allontano ed entro con due piedi nella palude. Avessi avuto quattro piedi, ce li avrei messi tutti e quattro.

Nessuno mi crede quando, all’arrivo, sostengo che no, non sono finita nella palude perché non l’ho vista, sono le scarpe che sono fatte così: impermeabilizzate con un rivestimento di pece, come le barche.

Trascorriamo il pomeriggio alle terme di Laško, dove – grazie agli orientisti, dai cui corpi immersi in acqua si diffondeva un alone marrone simile a quello della bustina di te tuffata nella tazza piena d’acqua bollente – gli altri bagnanti hanno potuto fare i fanghi.

A cena panini e birra, per favorire la prestazione atletica, e il giorno dopo affrontiamo la carta di

Letuš

3 agosto 2014

Letus-orienteering-oocup-2014

Anche la carta di Letuš è uno schema facilitato.

Le carte di orienteering di bosco, a mio avviso, si possono classificare come gli schemi di cruciverba (quelle di centro storico sono “Aguzzate la vista”).

Il bosco di bassa quota appenninico, non particolarmente pendente né sporco, tipo i Piani di Praglia, corrisponde a cruciverba normale.

Le zone tipo il Cansiglio, con meno dettagli, un sacco di carta in costa e qualche area insidiosa, sono già schemi per esperti.

I fogli bianchi a quindicimila con solo la filigrana delle curve di livello e qualche spruzzo di plotter nero – tipo Barricata – sono come quegli schemi che ti devi pure annerire da solo i quadretti, perché manco ti dicono di quante lettere è la soluzione.

I terreni carsici – e quindi la maggior parte delle carte slovene – sono schemi facilitati: ci sono i sentieri e tante doline dalle forme e dalle caratteristiche diverse che ti fanno capire dove sei, come le lettere prestampate; le carte carsiche di zone con tanti muretti sono schemi facilitati con definizioni facili, infatti ce le ha tutte il Gaja.

Nonostante la totale intelleggibilità del terreno, faccio le mie belle cappelle, ma è un cruciverba che sto compilando con la matita, e posso correggere abbastanza presto le mie sviste (oggi è la giornata mondiale dell’autostima: le chiameremo “sviste”), senza incasinare più di tanto il quesito seguente.

Ho finito, sono qua che la racconto, i denti che non ho più in bocca sono stati portati via dal mio dentista sadico e non dall’orienteering… che cosa voglio di più?

Orienteering-Larrycette

“Apprezziamo la sintesi” – diranno subito i nostri piccoli lettori – “ma che prosa appannata… Forse che dopo tre mesi dagli eventi si è persa un po’ di vivacità?”

Belin che lettori arguti che ci abbiamo, eh?
È passato talmente tanto tempo che sul sito della OO Cup sono aperte le iscrizioni alle gare del 2015 (e ti fanno anche lo sconto sulla Bubo, che inizia due giorni dopo a Cherso, ‘sti bastardi).

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1 Response » to “Larry alla OO Cup”

  1. Larry a Sovramonte ha detto:

    […] tutta mia – della difficoltà delle gare in base all’ubicazione della carta, si veda questo post), perché là le carte sono tutte bianche a righine marroni, con giusto qualche pois decorativo […]

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