Race the Castles liveblogging: Edimburgo

On 11 Ottobre 2014, in Orienteering, by Larry

Non ho fatto in tempo ad annunciare che avrei fatto il live blogging dalla Race the Castles (cinque gare di orienteering nei parchi dei castelli della Scozia, mica cazzi), che è nato un conflitto fra l’host di questo blog e un suo plugin, che mi ha impedito di accedere al pannello di comando per giorni.

Oggi Zzi è finalmente riuscito a sistemare la faccenda e posso rendervi edotti sui nostri primi due giorni scozzesi.

Venerdì 10 siamo atterrati a Edimburgo sani e salvi, il che, per me, era già una vittoria.

Ci siamo incontrati e intrattenuti piacevolmente con rem, Lalessiolatro e il triumvirato, quindi ci siamo precipitati a comprare un berretto di lana per Zzi, che lo aveva dimenticato, e un paio di guanti per me, che avevo portato solo quelli da fashion-giardiniera regalatimi dalla Fantastica Farmacista e dal Proficuo Professore, perché pensavo che quelli per difendersi dal freddo non fossero necessari.

Conciati come Totò e Peppino a Milano, ci dirigiamo nella zona dell’ Exchange per partecipare al prologo della Race the Castles: una sprint notturna.

Edimburgh Exchange – sprint city race

10 ottobre 2014

La prima partenza è alle 18.30; significa che i primi partono con la luce, gli ultimi nella più fitta tenebra, in onore al principio di equità su cui l’orienteering è fondato.

La zona è un casino perché si corre su più livelli.
Anche la carta è un casino, perché in alcuni punti i passaggi sono poco chiari (anche a detta di orientisti più esperti).
Io, per non essere da meno, faccio un gran casino coi livelli e non solo.

Per andare dalla lanterna 3 alla lanterna 4 capisco che devo passare sul ponte per arrivare sull’altra sponda della via non attraversabile, ma non capisco che la lanterna è al livello inferiore, e mi ostino a non capacitarmene anche dopo aver fatto avanti e indrè sul ponte una mezza dozzina di volte.

Per recuperare, corro a più non posso le tratte ovvie, in modo da arrivare completamente priva di forze e lucidità al momento di fare le scelte.
Questa strategia dà il suo miglior frutto in approccio alla lanterna otto, per andare alla quale decido che devo attraversare la strada; il che è vero relativamente alla piccola via compresa fra la fila di case davanti alle quali mi trovo e il giardinetto in cui è collocata la lanterna, invece io vado ad attraversare la strada principale, quella con due corsie per senso di marcia, che in carta è disegnata solo in parte.

Non capisco il mio errore neppure mentre aspetto per interminabili minuti al semaforo cristonando contro gli organizzatori, che hanno fatto un simile tracciato e constatando che non ci sono orientisti al semaforo con me.

Quando mi rendo conto dell’immane cazzata che ho fatto, sono già dall’altra parte, e mi tocca aspettare che scatti un altro semaforo per tornare in carta.

La gara continua con giri del fullo pazzeschi perché non vedo i passaggi, oppure li vedo, ma non mi fido e opto per le strade conosciute.

Più tardi, capirò in anticipo che la lanterna 16 si trova sul livello inferiore, ma impiegherò comunque il mio quarto d’ora per trovare il passaggio.

In uscita dalla diciassette sono così rincoglionita che non capisco che sto andando alla cento, ma da lì al finish tiro lo sprintone (sulla pavimentazione urbana più scivolosa del mondo, sicuramente vietata in molti stati) e do a Zzi ben un secondo.

Zzi avrebbe fatto una discreta gara, ma si scivolava troppo per le sue caviglie ingenuamente non nastrate, e non vedeva una cippa.
Comunque gli ho dato un secondo sullo sprint. Tiè.

 

Edinburgh Castle – long city race

11 ottobre 2014

Non so se la centro storico di oggi si possa definire una long, ma penso di sì: 5,3 km con 155 metri di dislivello e una tratta delle dimensioni di Rocco Siffredi, per me, fanno una long.

La giornata è un miracolo: splende il sole e la temperatura è tiepida, la mia attrezzatura da Amundsen è superflua e addirittura mi tolgo la termica. Le scarpe di goretex me le lascio, perché ho capito che aria tira e so già che ‘sti burloni avranno messo delle lanterne nei prati, fra le ortiche fradicie.

Sulla mia prestazione odierna non c’è molto da dire: ho fatto un garone, ho sbagliato molto poco, per i miei standard, e sono andata più forte che ho potuto.

Ho perso – come di consueto – una decina abbondante di minuti nel deambulare fra le lanterne 13 e 16 sui sentieri scivolosi e scoscesi del parco, come se fossero minati. Ho pensato più volte che avrei dovuto tagliare per i prati, ma quando guardavo le tracce lasciate dagli orientisti sul terreno non riuscivo a non pensare che io, giù di là, mi sarei ammazzata, così ho deciso che tra terzultima e penultima cambiava poco, e che comunque meno che ultima non sarei potuta arrivare, così aggiorno il blog con ancora i miei incisivi in bocca.

E’* stata probabilmente, al netto delle mie difficoltà motorie, la miglior gara che abbia mai corso, tant’è che sono arrivata a meno di mezz’ora dalla prima, anziché a “tempo del vincitore x 3”; so che è paradossale affermarlo, ma per me è un successone.
Non si registra niente di esilarante, nessun contrattempo demenziale, nessuna belinata epocale.
Dal punto di vista fisico era decisamente “demanding”, perciò qua e là ho camminato, ma questi sono gli unici rallentamenti che ho subito, oltre a quello dovuto a una pecca della carta (per una cazzo di volta che posso permettermi di criticare la carta, lasciatemelo fare).

Quando saremo di ritorno e metterò la traccia GPS sulla carta che mi avrà mandato rem perché mi sono appena accorta che ho perso la mia (disperazione!!!), potrete analizzare le mie scelte come se fossi un’orientista vera.

Anche Zzi è andato bene, ma solo finché non ha confuso una scaletta per un’altra e non si è trovato in un parchetto anziché in un cimitero (ci hanno fatto correre anche attraverso il cimitero), lì s’è incasinato e ha perso diversi minuti.
Gli ho dato un secondo anche nello sprint odierno (lo dico per i miei supporter).

La giornata è proseguita facendo i turisti e visitando Edimburgo in lungo e in largo, con le gambe che, anziché sciogliersi in una passeggiata defaticante, facevano sempre più male.
Mentre scrivo, sono praticamente paralizzata dal dolore, però ho comprato delle aspirine e almeno il mal di testa mi è passato.
Ora andiamo a dormire (Zzi) e a disperarci per lo smarrimento della cartina (io), perché domattina alle 9.00 abbiamo il treno per Stirling, dove la gara è annunciata essere più lunga e faticosa di quella di oggi.
Se il liveblogging dovesse interrompersi, non imputatelo al provider del sito.

Tagged with:
 

3 Responses to “Race the Castles liveblogging: Edimburgo”

  1. The Speaker ha detto:

    Brava Larry! Picchia per noi! E’ evidente che con l’esperienza arrivano anche risultati migliori. Il che mi fa ricordare che domani la tua “esperienza” sale di un livello 🙂

  2. gilberto ha detto:

    Davvero esilarante. Secondo me però la carta della seconda tappa l’hai persa apposta perché così non puoi dirci dove era “carente”.
    Mi sarei aspettato un “defatiGante”: fa più figo …
    Una tratta delle dimensioni di Rocco Siffredi …! Lo-ren-za!!! Ci sono dei bimbi …

  3. […] Prima gara ufficiale della Race The Castles. […]

Leave a Reply