Larry a Genova, 22.03.2014, WA

On 2 Luglio 2014, in Orienteering, by Larry

Ero indecisa se proseguire con ordine o ripartire dalle gare più recenti.

Poi mi son detta fosse meglio pubblicare come mi oriento: a casaccio.
Questo post fa il paio con quello di Zzi pubblicato qui

Ricomincio, allora, dalla mia splendida performance nei caruggi di Genova dello scorso marzo, anche perché il sito degli organizzatori è più o meno aggiornato allo stesso punto, e posso ancora provare l’ebbrezza di essere sul pezzo.
La manifestazione è stata caratterizzata dal clima mite e gradevole che sempre accompagna le gare di orienteering: pioggia, lovego, freddo becco, malcontento (mio).

Orienteering Genova 2014 WA web

La prima partenza era alle 15, siamo usciti di casa alle 14, giunti al ritrovo alle 14.15, entrati al bar alle 14.25 (era lontano).

Gli organizzatori si rallegrano dei benefici della punzonatura elettronica; lì per lì non capisco le ragioni di tanto entusiasmo, ma poco dopo benedirò la scelta del “punching start”, che mi risparmia due minuti di pioggia nei cancelli.

Nonostante sia l’ennesima volta che corro “la Genova” e nonostante il fatto che non sia la prima volta che si parte dai giardini Luzzati (forse una volta si è partiti da De Ferrari, ma quella volta non credo di avere corso), quando vedo la carta sarei pronta a giurare che si sono dimenticati di stampare il triangolo in carta, ma dopo un po’ mi appare (secondo me lo stampano con l’inchiostro simpatico e devi scaldare la carta fra le mani per qualche minuto prima che compaia) e posso procedere.

Procedere” – si badi – non “partire”.
Nel verbo “partire” è implicata un’idea di certezza e conoscenza della destinazione, o almeno di volontà o scopo. Si parte sempre per un luogo; si può partire senza meta, e in quel caso il fine è il viaggio stesso, che fa giungere a un luogo metafisico.
Non appena individuano sulla carta il triangolo e la prima lanterna, gli orientisti partono.
Io procedo; cioè, vado avanti con un coinvolgimento infinitamente inferiore di consapevolezza: mi muovo, ma non è detto che la direzione sia quella giusta.

L’ultima volta che avevo corso la Genova, avevo fatto, più o meno nella stessa zona, 13 minuti di errore alla uno, ostinandomi a cercare la lanterna in via Ravecca anziché in Campopisano (o giù di là). Di per sé è un errore grave, perché la carta e la città, in quel punto, non inducono a confondersi tanto facilmente; per giunta, è un errore infamante se si considera che per 25 anni ho abitato a 500 metri di distanza.

Orienteering Genova 2014 WA 01

Mi sono accostata a Sarzano e al caruggiame alto con l’ansioso rispetto di quello che va a dare un esame e – sì, via, dai – ha studiato, ma non così approfonditamente, e sa che ci sono certi argomenti sui quali può essere colto in fallo.
Tutto l’esame si gioca sulla prima domanda: se la sai, e rispondi bene, fai buona impressione alla commissione e acquisti sicurezza, rispondendo bene anche alle domande successive; se non la sai, pensano subito che hai cazzeggiato, sei andato là a fargli perder tempo, e tu vai nel panico e ti dimentichi anche come ti chiami.

La statistica dice che io agli esami ho culo.
Questa è una delle volte che concorrono a creare la statistica e, sebbene non brilli per sicurezza formale, la mia risposta è corretta. Trovo la lanterna, impressiono la commissione e mi ammanto di un’arroganza mai vista.

Un po’ di baldanza ci vuole, fa risparmiare il tempo perso in inutili titubanze, ma un po’ di attenzione non guasterebbe, e dopo un’infilata memorabile di botte di culo, che compensano una lettura di carta facilona e una scelta poco furba (la sei), mi incasino come non mai dalle parti di Santa Maria delle Vigne.
In certi caruggi non avevo mai messo piede e non credo che sarei in grado di tornarci.

Orienteering Genova 2014 WA 02

Siccome il tracciatore non è abelinato, nel punto più impestato del percorso ha messo una bella farfalla, così non posso neanche rallegrarmi di aver trovato la lanterna e fuggire via, poiché l’angoscia di doverci tornare mi attanaglia.
Confido che, attaccando la lanterna da un’altra parte, sia tutto più chiaro, ma in cuor mio so che me lo dico solo per tranquillizzarmi.
Non funziona tanto.
È come quando, nei film, dicono a un personaggio “andrà tutto bene“: minimo, muore.

Dalla otto in poi – che avrei trovato comunque, ma per la quale le indicazioni di un paio di bagasce sono state un’utile iniezione di fiducia – risento, come tutti a questo punto della giornata, della fine della pioggia e dell’apertura dei negozi, che hanno portato nei caruggi indigeni e turisti.

Forse per la reputazione non proprio cristallina della zona, chi gira nei caruggi di Genova è un po’ meno imbambolato di chi vaga fra le calli veneziane e, ad aver gambe e polmoni, una gara di centro storico qui si corre molto meglio che in laguna, perché chi sente sopraggiungere qualcuno correndo, si gira circospetto, e a quel punto, anche se si ritrova davanti un’innocua cicciona bussolata, si degna almeno di dar strada.

Orienteering Genova 2014 WA 03

Nonostante questo, qualche rincoglionito che non si leva d’in t’i pë si trova sempre. Io lo trovo andando alla sedici (è un’intera comitiva, con tanto di capogita col fiore di pelouche), e se non fosse per l’immigrato alla finestra che guarda passare gli atleti divertito e ci dà suggerimenti, io e il sopraggiunto Zzi saremmo ancora là, a cercare la lanterna sulla scala anziché sul cancello (e sì che la descrizione parlava chiaro).

Presa dall’alto, la farfalla fa meno paura, anche grazie al fatto che vedo arrivare Mrs Marshall dall’altro capo della via che sto scendendo, la vedo sparire dietro un angolo e poco dopo rispuntare nel mio caruggio leggendo la carta. Escludendo l’ipotesi di una pisciata pneumatica, dietro l’angolo c’è la lanterna.

A questo punto, per me, l’orienteering è finito.
Guardo la carta solo fino a piazza Soziglia, giusto per essere sicura di non perdermi di nuovo sotto casa, e da lì a piazza Matteotti arrivo a memoria.
Talmente a memoria che, a ripensarci ora, non sono certa sia stata la scelta più veloce, ma tanto oramai ero fatta di stanchezza, a tanto così dal chiedere un passaggio alla nettezza urbana.

Orienteering Genova 2014 WA 04

Come al mio solito, giunta all’arrivo non trovavo il finish (che non era affatto nascosto, né in un luogo molto diverso che in precedenza), offrendo all’organizzazione l’ormai consueta, divertente gag della culona paonazza che annaspa in mezzo ai giardinetti cercando il cavalletto ornato di prisma di stoffa colorato che ha sotto il naso.
L’anno prossimo li supplicherò di usare la lanterna magna.

Tagged with:
 

2 Responses to “Larry a Genova, 22.03.2014, WA”

  1. […] ricominciato dalle gare in Liguria svoltesi il 22 e 23 marzo: Genova centro storico e Piani di Praglia. Tutti i dettagli dell’agonia sono sul nostro oriblog monomaniaco, qui […]

  2. […] della Genova centro storico, l’appuntamento per l’orienteering nel bosco – quello vero, diranno subito i miei […]

Leave a Reply